Pilota, Istruttore di guida sicura e sportiva, Alexandra Gallo ci racconta i suoi trascorsi agonistici e i primi passi nell’universo della guida sicura
In casa di Alexandra Gallo si è sempre respirata aria di motori. Il papà, Marcello Maria Gallo, appassionato di Motorsport, ha gareggiato in auto per oltre trent’anni, alternandosi alla guida di prototipi, monoposto di Formula 2, Formula 3 e auto da turismo. Era quindi prevedibile che avesse un forte ascendente su di lei.
Difatti, fu proprio papà Marcello a consigliare ad Alexandra, appena diciassettenne e poco prima del conseguimento della patente, di frequentare la Scuola Piloti Henry Morrogh, per dimostrarle che abilità e sicurezza si sarebbero potute acquisire anche in pista.
Ma la passione per il mondo delle corse Alexandra l’ha sempre avuta nel sangue e così gli ottimi riscontri ottenuti durante lo svolgimento del corso di guida sportiva le permisero di ricevere non solo i complimenti dello stesso Morrogh, ma di ottenere anche una sponsorizzazione, che le consentì di proseguire l’attività agonistica per i due anni successivi, alla guida delle monoposto della Scuola.
Da quel momento, Alexandra Gallo ha continuato a gareggiare ininterrottamente, prendendo parte a diversi campionati, come la Formula Italia, la Formula Alfa Boxer, il C.I.V.T (vincendo nel 1994-95 il campionato italiano femminile), il Campionato Sport Prototipi, il monomarca Lotus, su Elise, accumulando molte altre partecipazioni fino al 2018.
La TV è stata l’altra grande passione di Alexandra, difatti, grazie alla collaborazione con Renato Ronco (conduttore e telecronista sportivo) ha avuto l’opportunità di fornire per un biennio il suo contributo professionale, in qualità di co-conduttrice, nel programma Crono Tempo di Motori, in onda su TMC. Realizzando, negli anni a seguire, servizi nel settore Automotive anche per Sky Sport.
Oggi, Alexandra Gallo, oltre a seguire la progettazione dello “StudioA”, prestigioso negozio d’arredamento fondato dal papà nel 1973, collabora in qualità di Istruttore per molte Case automobilistiche e Scuole di guida sicura e sportiva di rilevanza nazionale.
Ma arriviamo all’intervista, ‘strappata’ durante lo svolgimento di un evento sportivo in pista…tanto per restare in tema!
Alexandra, il Motorsport e nello specifico le corse automobilistiche affascinano e appassionano milioni di persone. Qual è stata la motivazione che ti ha spinto ad avvicinarti a questo sport?
“Mi sono avvicinata con naturalezza seguendo mio padre nei week end di gara, mi piaceva tutto, lo spirito di amicizia, la competizione, l’adrenalina che si respirava, ero in una grande famiglia accumunata da un’ unica passione. Poi, quando ho infilato il casco ho perso definitivamente la testa. La sensazione più bella è che intorno a me non esisteva più niente e nessuno, solo io e la macchina. Una cosa sola!“
Le attività agonistiche in auto, al pari di altre discipline sportive, vengono ancora considerate uno sport “maschio”. Da donna, quali difficoltà hai incontrato durante la tua carriera?
“E’ vero è uno sport prettamente maschile, ancora considerato tale (anche se le donne per fortuna sono aumentate come i campionati dedicati a loro) ma è proprio questo che lo fa diventare ancora più bello, perché diventa una sfida continua per poter dimostrare il contrario. E comunque si, difficoltà in principio ne ho avute parecchie, nessuno vuole stare dietro ad una donna e per questo motivo venivo sempre buttata fuori appena possibile. Poi ho imparato e se ti fai valere allora i ‘maschi’ ti rispettano e non ti vedono più come una donna, ma come un pilota e basta. Più difficile ma sicuramente più gratificante“
Da professionista del volante ti sarà sicuramente capitato di imbatterti in situazioni particolari o singolari. Ne ricordi qualcuna?
“In pista, a parte tamponamenti e botte per escluderti o farti fuori, tante. Nella vita tanta ammirazione e rispetto. Le cose più divertenti forse sono i contorni, come gli scherzi con i piloti, le avventure nei rally (esperienze vissute con l’amica e collega pilota Stefania Grassetto), poi Donna Avventura nel deserto, e anche mamma avventura con i figli piccoli. Poi le gare di F1 , nei paddock e le gaffe con i piloti. La cosa che mi diverte molto è quando in strada le persone vedono una donna che sa il fatto suo al volante, provano invidia!“
Nel corso degli anni hai profuso il tuo impegno anche nei delicati temi della guida sicura. Cosa ti ha spinto a farlo, ma soprattutto perché reputi sia così importante parlarne?
“Sono mamma di due figli e alcuni anni fa decisi di mettere a disposizione il mio know how come istruttore per la sicurezza stradale dei giovanissimi. Ne è nata una Scuola, la Speed Control Young (in ricordo di Andrea Pullè) , la prima scuola di guida sicura in cui si svolgono le attività alla guida di microcar“
E precisa: “A Roma, città in cui vivo, ne circolano tante e ci tenevo a rivolgermi ai giovanissimi, istruendoli sulla consapevolezza dei rischi e pericoli che la strada può celare. Reputo che i giovani debbano essere responsabilizzati fin da subito. La guida presuppone la conoscenza di precise tecniche e dello studio dei principi della dinamica dei veicoli. Del resto, per molte altre discipline ci si affida a istruttori o maestri, come nel caso dello sci, dei corsi di subacquea, dunque non vedo perché non si possa prevedere anche per le attività inerenti la guida di un veicoli“
Riguardo ai neopatentati, ritieni sia utile per loro la frequenza di un corso di guida sicura?
“Utile a di poco, direi indispensabile. I giovani sono spesso coinvolti in incidenti fatali, perché manca l’istruzione e la conoscenza di quei processi mentali che inducono al ragionamento, attraverso una corretta analisi dei rischi. Non a caso si parla spesso di guida preventiva. Tuttavia, il messaggio è rivolto anche agli adulti, spesso ignari dei pericoli insiti nella circolazione stradale e convinti, fin troppo talvolta, di possedere abilità tecniche sopra la media“