Il driver bolognese si concede in una lunga intervista, raccontandoci il suo excursus agonistico fino alla scoperta dei corsi di guida sicura.
Bolognese, Davide Amaduzzi ha iniziato la carriera agonistica in tenera età, sviluppando ben presto una spasmodica passione per tutto ciò che avesse un motore e 4 ruote. Un richiamo nato, come per molti piloti, con le prime esperienze nei kart, fino a giungere ai traguardi in Formula 2000 e Formula 3.
Una carriera nata, fin da subito, nel settore più vero ed emozionante dell’automobilismo sportivo, che mai avrebbe lasciato presagire un suo avvicinamento, in età matura, alle tematiche dell’educazione e sicurezza stradale, attraverso la pratica dei corsi di guida sicura.
Attività che ancora oggi lo vede protagonista, nel ruolo di Istruttore, grazie alle numerose collaborazioni intraprese negli anni, con diverse Scuole di pilotaggio e di guida sicura di rilevanza nazionale.
Ma cosa (o chi) può aver indotto un pilota esperto, come Davide Amaduzzi, ad avvicinarsi al mondo della guida sicura?
Beh, dopo averlo ‘braccato’ per diversi giorni, sono riuscito ad incontrare Davide e ad ‘estorcergli’, questa, e altre risposte, che vi propongo nell’intervista. Buona lettura!
Davide, l’approccio al mondo delle gare avviene, generalmente, in maniera graduale, ma per te non è stato così. Quando hai esordito nel mondo dell’automobilismo?
“Ho iniziato molto presto, a 10-11 anni avevo già un volante tra le mani. La mia carriera è iniziata sin da subito nel settore Racing, con un lungo periodo nei Kart. Una disciplina molto formativa, che mi ha permesso di forgiare le mie basi tecniche e rilanciarmi, negli anni a seguire, nei campionati di Formula 2000 e Formula 3 e Sport Prototipi”
Qual è stata la leva che può aver spinto un pilota ancora in carriera come te, ad avvicinarsi a un mondo così diverso, apparentemente in antitesi, come quello della guida sicura?
“Per me le scuole di guida sicura o sportiva erano un oggetto sconosciuto. Non ne sapevo nemmeno dell’esistenza. Poi ebbi la fortuna di conoscere una persona, Stefania Grassetto, pilota e Istruttrice esperta di guida sicura, già impegnata da molti anni nel settore“
“Amore e passione per la guida sicura ci coinvolsero e Stefania divenne la mia compagna, accompagnandomi per mano alla scoperta di un nuovo universo, di cui ben presto rimasi affascinato”
Con quali emozioni hai approcciato questo “nuovo universo”?
“Ti premetto che l’esperienza maturata negli anni, nel campo della guida sicura, mi ha permesso di crescere tanto, anche dal punto di vista personale. In primis, perché da pilota, non avrei mai immaginato di poter maturare e acquisire così tante competenze in un campo poco affine ai miei trascorsi agonistici“
“In secondo luogo, grazie all’enorme bagaglio di conoscenze personali maturate negli anni, posso dirti di essere cresciuto tanto, anche a livello umano. E ritengo questo aspetto fondamentale per la crescita di una persona“
Quali sono state le tue prime esperienze nel settore?
“Devo dire di essere stato fortunato, a poter iniziare le mie esperienze nel settore, entrando dalla porta principale di una delle Scuole più prestigiose del panorama nazionale, la GuidarePilotare, di Siegfried Stohr”
“In quel periodo, nel novero degli Istruttori, figuravano nomi altisonanti, di grandissima esperienza, come Alex Zanardi, Luca Drudi, e altri titolati piloti del passato. Ho imparato tanto da loro. E poi c’era lui, Siegfried, il vulcanico “Capo”, dal quale ho imparato i “trucchi del mestiere”. Devo a lui le mie conoscenze e la crescita professionale nel settore“.
Davide, la guida di un’auto richiede impegno e attenzione, oltre a comportamenti consoni alle condizioni del traffico. Cosa pensi degli automobilisti in generale?
“Per molte persone l’automobile è un semplice oggetto, utilizzato quotidianamente per spostamenti personali o per lavoro. L’iter è più o meno questo: si esce di casa, si sale in auto, si raggiunge il luogo di lavoro, percorrendo tangenziali o autostrade, o ci si sposta per incontrare una persona, fare acquisti ecc. ecc.. Il tutto condito, molto spesso, da buone dosi di stress, nervosismo e disattenzione“
Combinazioni, queste, che spesso si rivelano fatali ai fini della sicurezza di guida. Sono convinto che la maggior parte degli automobilisti compia azioni meccaniche e abituali, tralasciando aspetti fondamentali, come la conoscenza della propria auto e dei propri limiti“
Dunque, reputo sia fondamentale comprenderli, lavorando sui settori che necessitano miglioramenti o qualora le conoscenze siano molto limitate” e continua affermando “Molto spesso mi capita di incontrare persone che non hanno la minima idea di come si posizionano correttamente le mani sul volante o di come ci si siede in un’auto”.
“Questo perché, si scopre poi, molti di essi fondano la loro esperienza su abitudini errate o su informazioni sommarie, ricevute da amici o familiari o, peggio ancora, apprese durante un caffè al bar”.
“L’auto può essere tutto, ma dobbiamo prima conoscerla, così come dobbiamo conoscere noi stessi“
Si sente spesso parlare di istinto e consapevolezza alla guida. Sono fattori così importanti ai fini della sicurezza di marcia?
“Sono aspetti importantissimi, che ho sempre cercato di trasmettere ai miei allievi, anche se questo termine non mi è mai piaciuto, preferisco ‘compagni di avventura’. La guida non deve e non può essere solo istinto, ma soprattutto consapevolezza e ragionamento. Nulla è rischioso di per sé, se sappiamo cosa stiamo facendo ed entro quali limiti stiamo operando. Questi aspetti, uniti tra loro, possono trarci d’impaccio da situazioni inaspettate e improvvise.
Davide, siamo giunti al termine. La frequenza di un corso di guida sicura può aumentare la consapevolezza di cui parli ma, soprattutto, può aiutare gli automobilisti a riconoscere i propri limiti?
“L’ auto può essere un oggetto meraviglioso e regalare molte soddisfazioni, ma al tempo spesso rivelarsi un’arma, se condotta dalle mani sbagliate. Con la frequenza di un corso di guida sicura non si diventa piloti, non è questo l’obiettivo delle scuole (anche se più volte è accaduto per alcuni corsisti), piuttosto si acquisisce la consapevolezza delle proprie azioni dinanzi alle situazioni di pericolo“
“Si compie quello step in più, che solitamente manca. Dico sempre che l’auto possiamo spostarla, guidarla e infine pilotarla. Un corso di guida sicura può dunque rivelarsi utile non solo per i neopatentati, ma anche per gli automobilisti cha hanno maturato molti anni di patente o, ancor più, per chi utilizza l’auto per lavoro”.
“Ma è indubbio che ai neopatentati risulta più semplice far ‘digerire’ concetti e nozioni legati alla guida di un’auto. La giovane età e l’assenza di abitudini radicate, consente loro di metabolizzare e mettere in pratica, sin da subito, le informazioni recepite“.